Cent'anni di solitudine: trauma, identità e solitudine
Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez è uno di quei romanzi che continuano a risuonare dentro, anche molto tempo dopo averli letti. La storia della famiglia Buendía, con il suo intreccio di eventi fantastici e quotidiani, ha il potere di parlare a ciascuno di noi, toccando corde profonde, spesso inconsapevoli. Durante la lettura si svela, ai nostri occhi, un mondo sotterraneo fatto di solitudini, traumi che si tramandano, identità incerte, e legami familiari che stringono fino a soffocare. È come se, sotto la superficie del racconto, si muovessero le stesse domande che ognuno di noi si porta dentro: quanto del nostro destino ci appartiene davvero? Quanta parte della nostra storia personale è scritta da chi è venuto prima di noi? Proverò a seguire alcune di queste tracce, lasciandomi guidare da ciò che Cent’anni di solitudine evoca, più che da ciò che descrive.
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